AttivaMente e AAAL a Carsoli il 12 Ottobre

Il 12 Ottobre si e’ svolto l’incontro-convegno in collaborazione con l’associazione abruzzese AttivaMente con il titolo quanto mai attuale:

Le api rischiano di scomparire…cosa possiamo fare. Come e perché allevare api: approcci, attenzioni e prescrizioni per iniziare l’attività’ apistica

AttivaMente nasce a Carsoli nel Marzo 2018 come associazione di promozione sociale in ambiti diversi,  con seminari tematici tenuti da esperti nelle scuole,( Come riciclare i rifiuti- Malattie legate all’abuso di alcol e fumo ), seminari per la popolazione adulta, cura del verde , summer camps; l’Associazione soddisfa l’esigenza di appartenere ad una comunità viva ed attiva, ed in questa visione ha chiesto la nostra collaborazione.

Nella Sala Consiliare di Carsoli si e’ riunito un folto ed eterogeneo pubblico interessato ad approfondire una tematica che sta coinvolgendo in modo diretto le esistenze di ognuno di noi.

L’importante sfida per la nascita di una coscienza ecologica può essere raggiunta solo unendo gli sforzi in una collaborazione che unisca gli intenti e che abbia la divulgazione come una delle finalità.

Rinaldo Amorosi, Presidente AAAL ed Esperto Apistico, ha esaurientemente illustrato la vita dell’alveare ponendola in stretta relazione alla conservazione della biodiversità e alla possibilità pratica di diventare apicoltori avendo  in modo responsabile, una parte nel ciclo dell’ ecosostenibilità.

L’ape mellifica che ha un ruolo fondamentale per il servizio svolto nei confronti dell’agricoltura, risulta essere una delle specie più minacciate dall’estinzione a causa dei cambiamenti climatici e, principalmente, a causa dell’operato dell’uomo: dagli  scambi commerciali incontrollati che hanno contribuito a portare in Europa specie aliene che decimano gli alveari, all’uso dei pesticidi in ambito agricolo e non, alla conversione su sementi ibridi di una grande fetta di coltivazioni che azzerano il  legame primordiale e vantaggioso tra agricoltura e apicoltura, all’introduzione massiccia in Italia di api “estere” o incroci intraspecifici, pratica che ha messo in serio pericolo le popolazioni della nostra ape autoctona, l’Apis mellifera ligustica, azzerante il  legame primordiale e vantaggioso tra ape e ambiente.

Uno sguardo complessivo ma non superficiale dell’attività’ di allevamento delle api: l’Apicoltura che l’articolo 1 della legge 313 del 2014 riconosce essere “un’attività’ di interesse nazionale utile per la conservazione dell’ambiente naturale, dell’ecosistema e dell’agricoltura, che è finalizzata a garantire l’impollinazione e la biodiversità di specie apistiche con particolare riferimento alla salvaguardia della sottospecie di ape italiana, ( Apis mellifera ligustica Spinola), e delle popolazioni di api autoctone.” Quindi, l’allevamento di questo insetto pronubo prescinde dalla produzione di miele e degli altri prodotti dell’alveare.

Chiunque si dedichi all’apicoltura è un apicoltore che è però tenuto a rispettare adempimenti sanitari e di responsabilità civile.

Chi vorrà intraprendere questa attività dovrà anche preventivare un investimento iniziale, la frequentazione di un corso, la lettura di un buon testo ed, in fine, non si può fare a meno di possedere una buona dose di passione. Ma soprattutto Amorosi ha sottolineato gli errori che il novizio non dovrà compiere riguardo gli aspetti sanitari e genetici oltre le indispensabili capacità che dovrà acquisire nella gestione della varroasi; per il rispetto del proprio allevamento e dei propri vicini.

Con l’auspicio di una futura e costruttiva collaborazione, grazie quindi ad AttivaMente e a Nadia Felli e per averci dato modo di diffondere il nostro approccio.

Sandra Talanti

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