Il propoli, due esempi d’aiuto per le api e per l’uomo

Le api, come tutti gli animali sociali, hanno sviluppato una specifica immunità sociale e la propoli è conosciuta, anche dall’uomo sin dai tempi più remoti, come potente antibiotico.

Negli ultimi anni la scienza ha studiato intensamente l’attività biologica e le proprietà farmacologiche della propoli descrivendone una vasta gamma: antimicrobiche, antimicotiche, antivirali e immunomodulanti.

In due interessanti ricerche del 2017 , l’una ad opera di ricercatori Tedeschi e Svizzeri, l’altra di ricercatori Italiani e Tedeschi, è stato studiato quanto queste proprietà influiscano in primis sulle api. Le ricerche hanno dimostrato che la propoli aiuta le colonie di Apis mellifera agendo sul miglioramento del sistema immunitario dell’alveare, in particolare contrastando alcuni virus trasmessi dalla  varroa come il Virus delle Ali Deformi (DWV) e migliorando la longevità delle api operaie, e che l’aumentata azione di raccolta della propoli riscontrata sulle colonie più infestate dall’acaro varroa rappresenta una reazione comportamentale di automedicazione tipica degli insetti sociali.

Purtroppo da nessuna delle due ricerche sono emerse evidenze di significative azioni della propoli direttamente sugli acari, ma gli apicoltori possono ottenere da queste delle interessanti indicazioni pratiche:

  1. per il miglioramento genetico dell’allevamento osserviamo e riproduciamo le colonie che a parità di livello d’infestazione da varroa utilizzano più propoli;
  2. per migliorare le difese immunitarie delle colonie somministriamo propoli, ad es. trattando con estratto alcoolico di propoli le pareti delle arnie;
  3. facciamo attenzione ai prelievi eccessivi di propoli, soprattutto in periodi di forte infestazione da varroa.

Per chi volesse approfondire:

https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC5371943/

https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/30120588

Anche sull’utilizzo della propoli al di fuori dell’alveare sono state effettuate numerose ricerche, fra quelle di particolare interesse spiccano due del 2012 sull’azione di alcuni componenti della propoli sui tumori alla prostata nell’uomo.

Le ricerche hanno dimostrato che il CAPE, l’estere fenetilico dell’acido caffeico, un componente bioattivo derivato dalla propoli, presenta proprietà antiossidanti, antinfiammatorie, antiproliferative, citostatiche e, soprattutto, antineoplastiche.

I due studi hanno documentato che grazie alle sue proprietà medicinali il CAPE è capace di rallentare con successo la proliferazione di cellule  tumorali della prostata nell’uomo in coltura isolate e che è anche efficace nel rallentare la crescita dei tumori prostatici umani innestati nei topi.

I risultati hanno quindi evidenziato che sebbene il CAPE non abbia ucciso le cellule cancerose avendone solamente impedito la divisione cellulare e quindi la moltiplicazione, esso può essere utile come terapia coadiuvante per il tumore alla prostata e, potenzialmente, per forme tumorali simili.

Anche da queste ricerche l’apicoltore può trarre delle importanti indicazioni pratiche:

  1. L’assunzione di propoli può aiutare molto gli apicoltori uomini J

Per chi volesse approfondire:

https://cancerpreventionresearch.aacrjournals.org/content/5/5/788.

https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/23280020

Rinaldo Amorosi