La produzione per l’Apiterapia

E’ di Rita Franceschini, esperto apistico dell’Associazione Apicoltori Alto Lazio, la firma di un interessante articolo pubblicato sul numero di aprile 2020 de “Lapicoltore Italiano”.

L’invito è quello di  leggerlo traendone importanti spunti di riflessione.

In questo periodo infatti, parallelamente alla riscoperta delle api e della loro importanza, corrono l’ambizione e la presunzione di alcuni “sapiens”, che spingono a fare carte false pur di inseguire un solo ed unico scopo: la produzione in gran quantità. Se da un lato però la quantità ad ogni condizione è ciò che purtroppo il mercato esige, dall’altro, sottolinea Rita, esistono realtà per le quali garantire l’alta qualità e genuinità dei prodotti dell’alveare è più importante che mai.

Ne è un esempio l’apiterapia.

Si evince dalle sue parole quanto una perenne e crescente formazione ed informazione siano indispensabili per l’apicoltore. Egli dovrebbe coltivare le competenze necessarie per gestire degli animali che, pur se allevati rimangono sempre selvatici e proprio in virtù di questo, al tempo stesso, dovrebbe avere la saggezza di utilizzare queste conoscenze per intervenire in maniera meno impattante possibile sul complesso e perfetto sistema alveare.

L’apicoltore dovrebbe più che altro preservare, nello specifico, la salute delle famiglie e, più in larga scala, l’autoctonia delle sottospecie, perfettamente adattatesi nel tempo alle caratteristiche di determinati territori.

Ciò sarà possibile solo se ci porremo con atteggiamento umile e con la consapevolezza di avere tanto da imparare dalle nostre piccole amiche api.

A voi il link e… buona lettura!

LA PRODUZIONE per l’APITERAPIA