Pericolo di estinzione dei bombi in Irlanda

“LA FAME STA UCCIDENDO I BOMBI CHE SONO PROSSIMI ALL’ESTINZIONE IN TUTTA L’IRLANDA”

Proponiamo un articolo apparso su Indipendent.ie , Irlanda, Sabato 8 Febbraio 2020.

Lo stato dei Bombi in Irlanda è allarmante ed è un panorama che molto probabilmente si estenderà a breve a gran parte dell’Europa ed è l’ennesima calamità causata dall’uomo.

Il parallelo tra queste fragili creature minacciate da estinzione in Irlanda e l’ape mellifera viene da se, il passo è breve; tra quanto ci troveremo a dover affrontare lo stesso problema? Il tempo è finito, si tratta di agire adesso.

Le api e il loro declino sono soggetto di studio e di articoli specialistici in tutto il mondo da anni e da anni ci dicono che la strage di impollinatori e’ perpetrata da neonicotinoidi prodotti da industrie che non hanno nessuna intenzione di perdere il mercato agricolo globale con l’enorme indotto che ne consegue : viene vietato l’uso di un prodotto e ne vengono creati due nuovi con molecole differenti ma altrettanto micidiali e, trattandosi di farmaci sistemici, persistono per anni nel suolo contaminando semi, piante e fauna.

L’agricoltura convenzionale più che lavorare con la natura la devasta; gli impollinatori sono necessari alla riproduzione delle specie coltivate, ne migliorano la resilienza, la quantità e la qualità.

Il progressivo ritorno ad una agricoltura  ecologica e biologica che ha come obiettivo la conservazione della biodiversità e con essa la produzione di  derrate alimentari basate sulla sostenibilità’ sono due delle strategie che l’EU vuole implementare entro il 2030, le politiche degli Stati dovranno allinearsi a  questi obiettivi.

Viene da pensare che  i veri benefattori, se non gli eroi  inascoltati, sono proprio gli apicoltori e i piccoli apicoltori in particolare che con le loro buone pratiche e gestione sostenibile, in questi decenni, stanno salvando l’ape, gli impollinatori e la biodiversità da  estinzione certa, spostando gli alveari in zone non contaminate, anche se lontane da produzioni monofloreali, e trattando le colonie per la varroa destructor che sembra, a questo punto, essere il male minore.

Sembra assodato che il cambiamento a favore del Pianeta, debba avvenire adottando alternative non chimiche, variando il modello agricolo e rendendo l’industria moralmente consapevole.

Sandra Talanti

 

I bombi stanno morendo di fame e sono in pericolo di estinzione nelle campagne e nei giardini irlandesi.

Gli esperti ci avvertono che la scomparsa dei bombi innescherà una crisi sia nella fauna selvatica che in agricoltura ; essendo considerati fra gli impollinatori più efficaci, si porteranno dietro numerose piante da fiore, frutti e uccelli.

La popolazione del più comune bombo e’ crollata del 14% in soli 7 anni e 1/3 delle loro 21 specie è in serio pericolo. Due delle specie più vulnerabili che si sono sempre trovate dappertutto in Irlanda, sono ora  presenti ognuna solamente in una piccola parte di territorio.

La dottoressa Una Fitzpatrick che gestisce il monitoraggio dei bombi per il National Biodiversity Centre dice che la loro sopravvivenza e’ seriamente in forse :“ Quello che sta succedendo ai bombi è un problema di grandi proporzioni, stanno letteralmente morendo di fame”, ci ha detto Fitzpatrick, “escono dalla ibernazione invernale in Febbraio e  Marzo e hanno bisogno di bottinare il nettare di piante in fiore ma, poiché la campagna è trattata dall’uomo in modo sconsiderato, i fiori non ci sono o non ce ne sono a sufficienza. Continuiamo a tagliare e diserbare quindi abbiamo prati e parchi senza bocche di leone o trifoglio o altri fiori selvatici e i bombi muoiono di fame, senza di loro, impollinatori super, anche i nostri fiori, frutti e colture dovranno  lottare per la sopravvivenza.

Noi umani forse riusciremo a trovare altre fonti di cibo ma, per esempio gli uccelli che dipendono da frutti selvatici e semi, scompariranno”

Secondo una ricerca pubblicata questa settimana su “Science” la situazione dei bombi in Irlanda è peggiore che nel resto dell’Europa.

Carolyne O’Doherty

L’articolo originale al seguente link